Sono le 4:12 del mattino.
B. è distesa a pancia in giù. Accanto a lei, A. le sta passando un bicchiere d’ acqua e antidolorifico, con un occhio chiuso e il segno del lenzuolo sulla guancia. B. si è alzata già tre volte per cambiare gli assorbenti, la nottata procede malissimo. I dolori alla pancia sono forti e la sensazione di avere tra le gambe un fiume in piena non smette. Non riesce più ad alzarsi dalla stanchezza e sveglia A., addormentato accanto a lei. Lui a fatica si alza e va a prepararle la bustina che prende solitamente in queste circostanze: prova d’amore più che superata.
Nel frattempo, B. prova tutte le posizioni che conosce: di lato con le gambe strette al petto, a pancia in su a gambe distese, a pancia in giù spiaggiata. In nessun caso sente sollievo. Si ricorda che da piccola imitava, rannicchiata, i tacchini del giorno del ringraziamento e prova anche quella. Entrambi scoppiano a ridere di quello che dovrebbe, a suo dire, sembrare un tacchino.
B. deve andare un’altra volta al bagno. Il pavimento è freddo e la luce troppo forte. Prova a sbrigarsi ma, nella fretta, calpesta i sassolini fuoriusciti dalla lettiera del suo gatto, trascinandoli fino al letto. Tornata sotto le coperte nel tepore notturno si sente meglio, ma qualche istante dopo arrivano le vampate e la coperta diventa insopportabile. Sbalzi di caldo e freddo si alternano per quasi un’ora e B. non ce la fa più. Guarda il telefono e i minuti passano, anche le ore. L’idea dell’appuntamento in ufficio del giorno dopo alle 8.30 la fa stare ancora peggio. A. la abbraccia da dietro e riesce a calmarla lievemente.
Stremati, iniziano a sentirsi anche decisamente affamati, così decidono di alzarsi e di cucinare una pasta al burro. La prepara lui, riempiendole di parmigiano, mentre lei è accartocciata sul divano. Una volta terminato il bramatissimo piatto, tornano a letto.
I primi raggi del sole entrano dalla finestra e si sente il motore delle prime auto che passano nel loro viale. B. e A. da qualche minuto si sono addormentati tenendosi per mano e sbavando abbondantemente sui loro cuscini.